L’informazione relativa alle prestazioni di un’azienda in ambito ESG (ambiente, sociale, governance) diventerà presto un obbligo di legge.
Lo scorso 10 novembre 2022 è stata approvata dal consiglio dell’Unione Europea la nuova direttiva CSRD (Corporate Sustainability Reporting Directive https://data.consilium.europa.eu/doc/document/PE-35-2022-INIT/it/pdf), ovvero la Direttiva con le nuove regole per la rendicontazione della sostenibilità delle imprese.
L’adozione della proposta da parte del Consiglio è prevista per il 28 novembre 2022, dopodiché sarà firmata e pubblicata sulla Gazzetta ufficiale dell’UE. La Direttiva entrerà in vigore 20 giorni dopo la pubblicazione.
La CSRD si presenta come un aggiornamento della Direttiva sulla rendicontazione non finanziaria (NFRD) UE 95 del 2014, l’attuale quadro normativo relativo alla rendicontazione in ambito sostenibile, in Italia attuata nel D. Lgs 254/2016.
La novità più rilevante è la tipologia di società che saranno tenute a fornire informazione in materia ESG, mutamento che cambia sostanzialmente il contesto di riferimento passando dalle attuali 12 mila a oltre 50 mila grandi e PMI.
Inoltre, la direttiva prevede degli obblighi di trasparenza e l’adozione dei principi di divulgazione più dettagliati e in linea con gli obiettivi del Green Deal Europeo con l’obiettivo diventare il primo continente a impatto climatico zero. È anche previsto che l’informazione sulla sostenibilità raggiunga un gran numero di stakeholders, tra cui investitori e gestori di patrimoni, che desiderano sapere i rischi e l’impatto dei loro investimenti sulle persone e sull’ambiente. Altro importante portatore d’interesse è la società civile, tra cui organizzazioni non governative che si aspettano un maggior impegno delle aziende verso le persone e l’ambiente.
Periodo di transizione
Le misure saranno applicate in una modalità flessibile tra il 2024 e il 2028:
- Da gennaio 2024 con scadenza della pubblicazione dei dati nel 2025 per le grandi imprese di interesse pubblico (definite all’articolo 3, paragrafo 4 della direttiva 2013/34/UE) e gli enti di interesse pubblico (definiti all’articolo 2, punto 1 della direttiva 2013/34/UE) con più di 500 dipendenti soggette all’obbligo di dichiarazione non finanziaria relativo alla direttiva UE 95 del 2014, riconosciuta come Non Finantial Reporting Directive (NFRD);
- Da gennaio 2025 con scadenza della pubblicazione dei dati nel 2026 per le grandi impresse con più di 250 dipendenti e/o fatturato di euro 40 milioni e/o euro 20 milioni di attività totali, non soggette all’obbligo di dichiarazione non finanziaria relativo alla direttiva UE 95 del 2014;
- Da gennaio 2026 con flessibilità di partecipazione fino al 2028 per le PMI e altre imprese quotate.
- Dal 2028 con scadenza della pubblicazione dei dati nel 2029 per le imprese non Europee che realizzano ricavi delle prestazioni superiori a euro 150 milioni nell’UE.
GRI e ESRS
La Global Reporting Iniciative (GRI) è attivamente coinvolta nello sviluppo dell’ESRS e ha celebrato le nuove normative come un importante passo nell’implementazione della CSRD. Le prime bozze delle normative ESRS sono state presentate alla commissione Europea dalla Sustainability Reporting Board (SRB) del Gruppo Consultivo Europeo sull’Informativa Finanziaria (EFRAG).
Il contributo della GRI è concentrato sull’assicurare un’interoperabilità tra i GRI standards e l’ESRS: oggigiorno i GRI standards sono le linee guida più utilizzate al mondo adottate dal 73% delle 250 maggiori aziende globali e dal 68% di un campione più ampio di 5.800 aziende in tutto il mondo (fonte KPMG Survey of Sustainability Reporting del 2022 pubblicata a ottobre).
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