Negli ultimi anni il mondo del lavoro ha subito una trasformazione radicale. La diffusione del lavoro da remoto, l’accelerazione della digitalizzazione e l’introduzione di nuove tecnologie hanno ridefinito tempi, spazi e modalità di collaborazione. In questo scenario, la valutazione del rischio da Stress Lavoro-Correlato (SLC) non può più limitarsi a un adempimento formale: diventa uno strumento strategico per comprendere come le persone vivono il cambiamento e per costruire organizzazioni più resilienti.
Con l’aggiornamento del 2025, INAIL ha introdotto un modulo specifico che integra i rischi emergenti legati al lavoro agile e all’innovazione tecnologica. Non si tratta di sostituire il metodo precedente, ma di arricchirlo con nuove chiavi di lettura, capaci di intercettare le sfide del presente.
I nuovi fattori da osservare
Il modello aggiornato invita le aziende a guardare oltre i tradizionali indicatori di stress, ponendo attenzione a dimensioni che oggi fanno la differenza:
- Iperconnessione e tecnostress: la difficoltà a disconnettersi, la pressione delle notifiche continue, l’ansia da performance digitale.
- Isolamento e relazioni a distanza: il lavoro da remoto può ridurre le occasioni di confronto spontaneo e generare senso di solitudine.
- Autonomia e auto-organizzazione: la capacità di gestire tempi, obiettivi e strumenti in modo indipendente diventa cruciale, ma non tutti i lavoratori hanno lo stesso livello di preparazione o supporto.
- Adeguatezza tecnologica: non basta fornire strumenti digitali, occorre che siano percepiti come realmente utili, accessibili e sostenibili.
Questi elementi non sono solo rischi da monitorare, ma anche leve di crescita: se gestiti bene, possono aumentare motivazione, engagement e senso di appartenenza.
La valutazione di secondo livello: il valore dei focus group
Accanto alle checklist e ai questionari, il metodo INAIL prevede la possibilità di attivare una valutazione di secondo livello. Qui entrano in gioco i focus group, uno strumento già presente in passato ma oggi ancora più rilevante per leggere la complessità del lavoro digitale.
I focus group permettono di:
- Dare voce alle persone: non solo numeri, ma racconti, percezioni, vissuti che arricchiscono la comprensione del fenomeno.
- Cogliere sfumature: ciò che non emerge nei questionari può emergere in un confronto guidato, dove i partecipanti si riconoscono nelle esperienze altrui.
- Favorire il dialogo organizzativo: il focus group non è solo raccolta dati, ma anche occasione di confronto tra lavoratori e management.
- Generare soluzioni condivise: le criticità individuate diventano spunti per co-progettare interventi concreti, aumentando il senso di partecipazione.
In questo senso, la valutazione non è più un processo “sul” lavoratore, ma “con” il lavoratore.
Dalla misurazione all’azione
Il vero valore di questo approccio sta nella sua capacità di trasformare la valutazione in un processo di cambiamento organizzativo. Non basta fotografare lo stato attuale: occorre tradurre i risultati in azioni concrete.
Alcuni esempi di interventi possibili:
- Formazione mirata su gestione del tempo, uso consapevole delle tecnologie, tecniche di disconnessione digitale.
- Riprogettazione dei processi per ridurre carichi eccessivi o ridondanze.
- Iniziative di team building a distanza per rafforzare il senso di comunità anche in modalità ibrida.
- Politiche di benessere digitale che definiscano regole chiare su reperibilità, orari e strumenti.
Un’opportunità per le aziende
Adottare questo approccio significa andare oltre la logica del mero adempimento normativo. Significa riconoscere che il benessere organizzativo è un fattore competitivo.
Le aziende che investono in una valutazione attenta e partecipata dello stress lavoro-correlato possono:
- Migliorare il clima interno e ridurre il turnover.
- Aumentare la produttività grazie a un maggiore engagement.
- Rafforzare la propria reputazione come luoghi di lavoro attenti alle persone.
- Prepararsi meglio alle sfide future, costruendo resilienza organizzativa.
Conclusione
Lo stress lavoro-correlato non è un tema nuovo, ma oggi assume contorni inediti. L’innovazione tecnologica e il lavoro da remoto hanno reso più complesso il rapporto tra persone, organizzazioni e strumenti digitali.
Il nuovo modulo INAIL 2025 offre alle aziende un’occasione preziosa: non solo misurare i rischi, ma trasformarli in opportunità di crescita. Attraverso strumenti come i focus group, la valutazione diventa un momento di ascolto, dialogo e co-progettazione.
In definitiva, non si tratta solo di prevenire lo stress, ma di costruire una cultura del lavoro capace di integrare benessere e innovazione. Una sfida che riguarda tutti: datori di lavoro, HR, HSE, manager e lavoratori.
📌 E tu, come immagini il futuro del benessere organizzativo nell’era dell’iperconnessione?
Contattaci ora, saremo lieti di darvi maggiori informazioni.