In data 5 agosto 2022, sono state pubblicate dalla Commissione europea le Linee Guida contenenti una serie di orientamenti finalizzati ad aiutare le autorità nazionali e le imprese competenti ad applicare le norme UE sul riutilizzo sicuro delle acque reflue urbane trattate per l’irrigazione agricola.
In Italia il 60% dei consumi di acqua sono destinati all’agricoltura.
Il riutilizzo delle acque controllato e consapevole può diventare uno strumento essenziale per garantire una fonte di acqua sicura e prevedibile, riducendo allo stesso tempo la pressione sui corpi idrici e migliorando la capacità dell’UE di adattarsi ai cambiamenti climatici.
Il regolamento sul riutilizzo dell’acqua, applicabile dal mese di giugno 2023, stabilisce prescrizioni minime in materia di qualità, gestione dei rischi e monitoraggio delle acque affinché il riutilizzo dell’acqua sia sicuro per le persone, gli animali e l’ambiente.
Il riutilizzo dell’acqua può limitare le estrazioni dalle acque superficiali e sotterranee e promuovere una gestione più efficiente delle risorse idriche, attraverso i molteplici usi dell’acqua all’interno del ciclo idrico urbano, in linea con gli obiettivi dell’UE nell’ambito del Green Deal europeo.
Un utilizzo più efficiente dell’acqua, si riflette anche nella recente proposta della Commissione di rivedere la direttiva relativa alle emissioni industriali, richiedendo un consumo idrico più efficiente in tutti i processi industriali.
La Comunità Europea, sottolinea come le decisioni adottate dai singoli governi, dovranno essere regolarmente riviste per tenere conto delle proiezioni sui cambiamenti climatici e delle strategie nazionali, nonché dei piani di gestione dei bacini fluviali istituiti ai sensi della Direttiva quadro sulle acque.
Le Linee guida contengono anche esempi pratici.
Una recente sperimentazione condotta in Emilia Romagna, coordinata da ENEA, al quale partecipano tra gli altri il gruppo Hera e l’Università di Bologna – ha stimato che utilizzare le acque reflue depurate per irrigare e fertilizzare i campi permetterebbe di soddisfare fino al 70% del fabbisogno idrico irriguo della Regione Emilia-Romagna, riducendo anche l’utilizzo di concimi.
Un approccio soluzione per limitare gli sprechi consistenti d’acqua e per un’agricoltura più sostenibile.
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