Dopo il fumo da tabacco in Italia è il radon la seconda causa più diffusa di tumore ai polmoni. Parliamo di un gas nobile radioattivo incolore e inodore in grado di emanare particelle ionizzanti cancerogene per l’uomo. Deriva dallo sgretolamento dell’uranio situato all’interno del terreno, di alcune rocce e di determinati materiali da costruzione come graniti, pozzolane e tufo. La sua naturale mutazione del nucleo si misura in Becquerel e prende il nome di decadimento radioattivo.
Analisi e rilevamenti sul territorio italiano
L’ISPRA e l’ARPA, due tra i più importanti istituti di ricerca, hanno effettuato un’analisi di monitoraggio del radon su tutto il territorio nazionale, evidenziando un’effettiva disomogeneità tra le regioni: Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Lazio e Campania sono le zone più a rischio a causa della loro struttura geologica. Nello studio è inoltre emerso che i suoli più soggetti sono per la maggior parte di origine vulcanica.
A salvaguardia dell’esposizione: decreto n.241/2000
In merito ai luoghi di lavoro, la normativa n.241/2000 sancisce l‘obbligo di valutazione del rischio di esposizione al radon in caso di presenza di figure che svolgono la loro attività in ambienti sotterranei o semisotterranei per almeno 10 ore al mese. Il decreto aggiunge che la concentrazione massima concessa nell’aria non deve superare i 500 Bq/m3, un valore importante e non in linea con il parametro europeo pari a 300 Bq/m3.
Questo gas tende ad accumularsi in luoghi confinati, motivo per cui rappresenta un grande pericolo soprattutto per la salute di chi lavora all’interno di miniere, grotte e stabilimenti termali.
Lo strumento di misurazione
Il prelievo della concentrazione radon deve essere effettuato per 365 giorni naturali consecutivi, in quanto il gas è predisposto a variare in relazione ai cambi di stagione e alle ore del giorno. Non a caso, i picchi più alti sono stati registrati in estate e durante l’arco della notte.
Ma veniamo a noi. Durante il periodo di campionamento lo strumento ideale per la rilevazione è il dosimetro passivo, un oggetto composto da un contenitore plastico in cui è presente un elemento sensibile alle radiazioni.
Misure di prevenzione: più sicurezza e salute
Appurata la sua presenza nell’aria è bene agire con precise e puntuali azioni, adottando misure di risanamento utili a diminuire la pericolosità del gas.
- Depressurizzazione del suolo
- Aerazione e ventilazione di tutti i locali, in particolare della cantina
- Aspirazione dell’aria interna dell’edificio tramite intercapedini o canaline di raccolta
- Pressurizzazione della struttura
- Impermeabilizzazione del pavimento, con annessa sigillatura di crepe e fessure presenti su muri e pareti
- Isolamento delle porte comunicanti con le cantine
In che modo possiamo aiutarti?
Se solo presumi che i tuoi collaboratori sono esposti al radon, non aspettare. Per tranquillità tua e per la tutela della salute di tutto il personale effettua una valutazione del rischio. Contattaci, i nostri referenti del laboratorio analisi sono a tua disposizione per una mirata consulenza aziendale.