La gestione dei dati sanitari del lavoratore è regolamentata per legge. Il D.Lgs 81/2008, infatti, dà tutte le disposizioni utili a stabilire cosa deve contenere e come e da chi deve essere conservata la cartella sanitaria e di rischio del lavoratore. Vediamolo insieme in 5 punti.
1) Di chi è la cartella sanitaria e di rischio?
La cartella sanitaria del lavoratore non è del medico, né del centro medico. Appartiene al datore di lavoro. La sua compilazione non necessita del consenso del lavoratore, dal momento che è prevista dalla legge e autorizzata periodicamente dall’Autorità Garante della Privacy.
In ogni caso il lavoratore ha sempre il diritto di ricevere una copia della sua cartella sanitaria e di rischio. Gli basta inviare una richiesta al medico competente o al centro medico che la conserva.
2) Come si compone la cartella del lavoratore?
Il contenuto della cartella sanitaria e di rischio è stabilito per legge. Tra i molti elementi, oltre all’anagrafica del lavoratore e dell’azienda, deve includerei dati di anamnesi e i referti della visita medica. Deve specificare i fattori di rischio e un eventuale programma di sorveglianza sanitaria.
3) Da chi e come viene conservata?
La cartella sanitaria e di rischio viene istituita, aggiornata e custodita dal medico competente a cui il datore di lavoro si rivolge. È conservata presso il luogo concordato al momento della nomina del medico: può essere lo studio medico oppure l’azienda dove il lavoratore è assunto.
Se la cartella è informatizzata, può essere gestita da un programma aziendale o da un programma del medico competente. Le modalità di memorizzazione dei dati e di accesso al programma di gestione devono garantire –tra le altre cose– che:
- l’accesso alle funzioni del sistema sia consentito solo alle persone abilitate espressamente dal datore di lavoro,
- la validazione delle informazioni sia consentita solo alle persone responsabili e sia riconducibile a loro.
In ogni caso la cartella sanitaria è coperta dal segreto professionale.
E se una cartella sanitaria e di rischio viene persa?
La cartella contiene dati sensibili, di cui il datore di lavoro è responsabile, perciò la sua perdita tira in ballo il Codice della Privacy. Prima di poterne creare una nuova, se il medico scopre che una cartella è andata persa, deve comunicarlo al datore di lavoro, al lavoratore interessato e all’RLS.
4) Cosa succede alla fine del rapporto lavorativo?
Al termine del rapporto di lavoro del dipendente, il medico deve consegnare la copia della cartella al lavoratore e l’originale al datore di lavoro, che deve conservarla per almeno 10 anni. Scaduto questo tempo, la cartella può essere distrutta.
Diversamente, se il lavoratore era esposto a rischio cancerogeno sul luogo di lavoro, la cartella originale deve essere inviata all’INAIL, che la conserva per almeno 40 anni. In questo caso l’INAIL si occupa anche di informare il lavoratore della necessità di proseguire il programma di sorveglianza sanitaria.
La conservazione della cartella deve sempre avvenire con la garanzia del segreto professionale.
5) Cosa succede se il medico cessa l’incarico?
Quando il medico cessa l’incarico, deve consegnare le cartelle sanitarie e di rischio al datore di lavoro. Ed entrambi devono sottoscrivere un documento che attesti la consegna.
Se sei un datore di lavoro e hai bisogno di chiarimenti in merito al trattamento dei dati sanitari dei tuoi lavoratori, contattaci.